Il Ceo di ‘Skill’: “Leader Iv più convincente, segretario Lega resta più forte nell’opinione pubblica italiana”
”Renzi è risultato il più convincente”. Ma ”Salvini resta il più forte nell’opinione pubblica italiana”. ”Diciamo che il match si è concluso due a uno per il primo…”. Andrea Camaiora fa lo spin doctor per mestiere e gestisce lo studio di comunicazione ‘The Skill‘. Ieri ha seguito il duello tv tra i due ‘Mattei’ e, per lui, calcisticamente parlando, la prima partita l’ha vinta Matteo Renzi con due reti segnate grazie a una ‘parlantina’ più efficace, anche se il leader di Iv non ha nascosto un certo nervosismo di difronte alle stoccate del ‘Capitano’. Per Camaiora il segretario della Lega, infatti, “è ancora in grado di smontare l’efficacia oratoria e contenutistica di Renzi appellandolo come ‘genio incompreso’, che tutto ha fatto bene ma è stato bocciato poi dagli italiani”. Eppure, a duello finito, “si ha la senzazione netta che è possibile demolire, con capacità oratoria, determinazione e contenuti, l’impianto politico-propagandistico dell’ex ministro dell’Interno”. Camaiora non ha dubbi: ”Se sul piano della scienza e della comunicazione politica il confronto Renzi-Salvini si è concluso 2-1, con un dominio del campo di gioco appannaggio” dell’ex rottamatore, “è pur vero che nella società italiana e nel elettore medio fanno ancora ottima presa, e non senza ragioni, le preoccupazioni in ordine a una tassazione soffocante e a un flusso migratorio percepito come pericoloso e fonte solo di problemi e mai di opportunità”.
Quando il confronto si è aperto e, spiega lo spin doctor all’Adnkronos, Bruno Vespa “lo ha paragonato a quello indimenticabile del 2006 tra Prodi e Berlusconi (‘L’ubriaco che si attacca ai numeri’, ‘L’utile idiota dei regimi comunisti’) Renzi aveva già vinto la sua battaglia, quella cioè di cercare un bipolarismo costruito intorno a due leader, uno della paura, l’altro della speranza”. Ultima considerazione: ”Difficilmente i risultati del governo Conte – spiega Camaiora – potranno entusiasmare un Paese che resta al di là di tutto in larghissima parte moderato. Ciò racchiude in sé una duplice sfida: quella di Salvini di mantenere e addirittura incrementare il suo successo attraverso un’evoluzione della propria leadership, più inclusiva -cosa che il leader della Lega ha già iniziato a fare con alcune interviste- e quella di Renzi, di rappresentare all’interno della maggioranza egli stesso un’alternativa moderata alla Lega salviniana e alla nebulosa giallorossa che in Italia non ha mai, dal suffragio universale in poi, costituito da sola maggioranza nel Paese.